Nel 2005 il fenomeno WiMax busserA� con forza per la prima volta alle porte del mercato broadband europeo e americano: porterA� con sA� connessioni veloci, wireless e a basso costo: fino a 75 Mbps, in un raggio di 50 chilometri.
Il principio tecnologico A? lo stesso del Wi-Fi: gli hot spot WiMax dovranno essere raggiunti da una rete fissa (in fibra ottica, preferibilmente) di cui erogheranno la banda tramite onde radio. Nel giro di pochi mesi sono diventati molti a parlarne e a investirci.
A novembre si A? tenuto a Milano il primo Wireless Forum dedicato a WiMax, mentre a dicembre Wavesat ha lanciato il primo chip in grado di supportarlo, aggiornato all’attuale standard 802.16d (ratificato a giugno da Ieee, l’istituto da cui A? nato il Wi-Fi). Si attendono per quest’anno analoghi chip da parte di Intel e Fujitsu, contestualmente al lancio delle prime offerte WiMax europee a Kent, Gran Bretagna.
Per il 2005-2006 il WiMax sarA� usato in misura limitata, ma garantirA� velocitA� broadband nelle zone sprovviste di copertura Adsl. SarA� cosA� in Uk, “mentre in Italia – ha spiegato il professor Andrea Rangone del Mip Politecnico di Milano – ancora non si sa: gli operatori attendono una legge che lo autorizzi”.
Le clausole dell’attuale decreto Wi-Fi costringerebbero il nuovo standard in una sorta di limbo: stabiliscono infatti che questi servizi dati basati su onde radio possano funzionare solo in zone circoscritte.
“La caratteristica principale del WiMax A? perA? la capacitA� di oltrepassare i confini geografici e di dare banda larga anche a grande distanza” ed A? per questo che, ha commentato l’amministratore delegato di Micso Riccardo Iacobone, gli operatori sperano in “una legge favorevole” per poi partire, grazie a hot spot che basterA� poco per rendere compatibili con il WiMax”.
Nel Regno Unito la strada A? giA� spianata dalle leggi: l’operatore start-up Telabra ha quindi annunciato che intende coprire l’ultimo miglio di case e uffici di Kent con banda fino a 72 Mbps, da condividere tra vari utenti della zona. Nell’offerta base il WiMax non entrerA� nelle case ma si fermerA� a livello di centrale d’area.
L’hardware necessario per ricevere il segnale WiMax A? per ora ancora molto costoso (700 euro circa) e pertanto l’utente comune forse preferirA� non affrontare da solo la spesa, ma usufruire delle apparecchiature installate per coprire un gruppo di edifici. Telabra lancerA� perA? anche un’offerta business, con un collegamento diretto WiMax e un’antenna da installare all’esterno del singolo appartamento, che riceverA� il segnale e la connessione banda larga.
I prezzi partiranno da 20 sterline al mese, per un collegamento a 1 Mbps. Il WiMax in questo caso indossa quindi le vesti di alternativa all’Adsl, permettendo un collegamento da postazione fissa.
Nel breve periodo potrA� tuttavia svolgere anche altre funzioni, a braccetto con il Wi-Fi. LA� dove non arrivano i cavi di rete fissa broadband gli hot spot potranno essere collegati a distanza, grazie al WiMax, alla fibra ottica.
L’utente finale continuerA� a collegarsi via Wi-Fi, sfruttando perA? la banda larga portata dal WiMax, che in questo caso avrebbe quindi soltanto una funzione di backhaul (congiunzione di una dorsale a un punto di accesso).
Dopo il 2006, il WiMax potrA� essere ben piA? rivoluzionario. Di nuovo Rangone: “Si baserA� sul nuovo standard 802.16e, che Ieee rilascerA� nel 2005 e sarA� mobile”. PermetterA� ossia di navigare in banda larga come con il Wi-Fi, tramite computer portatili e palmari, ma a decine di chilometri di distanza dall’hot spot.
A questo scopo, per ricevere il segnale serviranno schede Pcmcia o chip integrati WiMax 802.16. Intel ha promesso di lanciarli per la fine del 2006 e gli inizi del 2007. A quel punto, il sogno di avere banda larga ovunque e a basso costo potrA� forse diventare realtA�.